Nella finanziaria ormai si sa dentro si può trovare di tutto. Le priorità dovrebbero essere gli svariati problemi della Sicilia, spesso però assistiamo inermi a finanziamenti surreali di soldi pubblici dati a società private cui si fa fatica a comprenderne il senso. Perchè la Regione decide di affidare un contributo di quasi 300 mila euro ad una squadra di calcio? Per carità tutti apprezziamo lo sforzo della società per cercare di portare il Trapani tra le grandi squadre del calcio, ma appunto trattasi di società privata che persegue quei fini per scopi economici, legittimi, ma pur sempre per business.
In una Regione in cui mancano le infrastrutture, le dighe cadono in pezzi, gli ospedali al collasso, è normale affidare 300 mila euro ad una società privata?
Qui la cosa assurda è anche l'ipotesi di falsare il campionato stesso dando soldi ad una società discriminando ad esempio le altre società siciliane. Che sciocco che sono, le altre società siciliane mica hanno tra le figure che ruotano attorno la società il figlio di Re Schifani in persona, pure coincidenze per carità.
Il sottoscritto denunciò tutto in aula con atti pubblici, ma nonostante ciò il documento in allegato conferma che i soldi il Trapani li ha avuti.
Leggete voi stessi l'allegato e illuminatevi scoprendo per cosa li spenderanno.
Un non precisato progetto cui non si capisce cosa può fregare ai cittadini siciliani.
La cosa scandalosa e soprattutto inopportuna dal punto di vista etico e morale, è sapere che nel Trapani lavora proprio il figlio del presidente Renato Schifani, da me ribattezzato Re. Sul sito della società infatti si trova la foto di Roberto Schifani che figura come avvocato della società. In qualsiasi altro paese del mondo, una cosa simile avrebbe portato a dimissioni immediate, basti pensare a ministri europei dimessi per molto meno.
In fondo se ci pensiamo allora il mio collega deputato Auteri, pensando di destinare soldi alle associazioni dei suoi parenti, si è solo ispirato al suo presidente della Regione, che colpa possiamo dargli? Mi sento di assolverlo.
Ha solo seguito le orme del suo capo politico,
E chiassene delle minacce di morte a me rivolte, bazzecole, prima viene la famigghia.
Ismaele La Vardera